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La leggenda delle Teste di Moro

Tra le vie della Sicilia, spesso ci si imbatte dinanzi a dei particolari vasi di terracotta raffiguranti il viso di un uomo stravolto.

Queste bellissime opere d’arte si chiamano Teste di Moro. Vengono denominate in siciliano anche col nome di “Graste” o “Rasti”, che da tempo immemore colorano le balconate delle case isolane.

I prestigiosi contenitori di terracotta racchiudono non solo la competenza manifatturiera dei ceramisti siciliani ma, anche, una particolarissima leggenda. I protagonisti sono (come capita quasi sempre) due innamorati: un giovane Moro ed una bellissima fanciulla siciliana … parecchio vendicativa!!!

Siamo, secondo la leggenda originale, intorno all’anno 1000, nel pieno della dominazione dei Mori in Sicilia. Nel quartiere arabo di Palermo della Kalsa, una bellissima fanciulla passava le giornate dedicando le sue attenzioni alla cura delle piante.

Dall’alto della sua balconata fiorita, venne notata da un giovane dalla pelle scura, il corpo imponente ed il viso fiero … un Moro! Il giovane uomo, una volta vista la donna siciliana, fu sopraffatto da una indomabile passione. Non esitò a dichiarare di getto il suo fervore promettendole un amore puro ed eterno.

La bella siciliana, colpita da quella intensa e sanguigna dichiarazione, accolse e ricambiò con altrettanta passione il sentimento dell’ardito corteggiatore.

Eppure il giovane Moro, che ‘colse un fiore immacolato’, da un lato promise ‘Amore Eterno’ ma dall’altro non disse di avere già moglie e figli.

La fanciulla siciliana, nel momento in cui apprese questa spiacevole notizia, restò estremamente turbata ed amareggiata per un amore tradito. Allora, inferocita e presa da una collera bestiale, fu in balia dell’ira più funesta !!!

Ciò la spinse a perdere la Grazia e ad imboccare la strada della vendetta: meditò di cogliere il Moro in un momento di vulnerabilità e farsi giustizia da sola.

Così, nella notte, mentre l’uomo dormiva stanco da una giornata di duro lavoro e dopo aver consumato con la bella siciliana ore di irrefrenabile passione, lei prese la decisione che il Moro tanto bello quanto ‘disonesto’ non l’avrebbe mai più abbandonata: senza esitare un attimo gli tagliò la testa, poi gli aprì il cranio e dentro gli piantò un germoglio di basilico.

Tanto per rendere la Leggenda ancora un po’ più macabra, la fanciulla prese la Testa del Moro e la mise nel suo balcone, un po’ come orgoglio ed un po’ per non sentirsi mai più sola!

Questa è la leggenda delle Teste di Moro di Sicilia che ricordano a tutti gli uomini, isolani o meno, una cosa fondamentale: meglio non giocare con i sentimenti (e non solo) delle donne siciliane perchè come danno tanto, tolgono ancora di più … nel caso del Moro, addirittura, gli venne tolta la testa!

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