La strage di Portella della Ginestra fu l’eccidio di lavoratori che avvenne in località Portella della Ginestra, in provincia di Palermo, il 1º maggio 1947 ad opera della banda criminale di Salvatore Giuliano anche se le indagini decretarono che, la stessa banda Giuliano, compì l’efferata azione a sua insaputa.
Questa fu la prima strage dell’Italia repubblicana, dove morirono undici persone e a cui si aggiunsero una trentina di feriti e successive altri tre morti: alcuni di questi erano bambini, la più piccola aveva solo 8 anni.
Il 1º maggio 1947 circa duemila lavoratori della zona di Piana degli Albanesi, San Giuseppe Jato e San Cipirello in prevalenza contadini, si riunirono in località Portella della Ginestra per manifestare contro il latifondismo. Improvvisamente, dal monte Pelavet partirono sulla folla numerose raffiche di mitra che si protrassero per circa un quarto d’ora e lasciarono sul terreno undici morti e ventisette feriti, di cui alcuni morirono in seguito per le ferite riportate.
Settant’anni sono passati dal giorno della strage di Portella della Ginestra ma, ancora, resta apposto il Segreto di Stato e, quindi, non si è potuto tuttora fare una reale analisi, libera da ogni condizionamento, sui fatti accaduti.
“ Oggi 1° maggio si ricordano i fratelli caduti che ebbero la sola colpa di manifestare per il lavoro, il progresso e l’opportunità di vivere meglio nella propria terra … la Madre Sicilia ”