I primi contenitori al mondo, visto la facilità di costruzione, sono state le ceste intrecciate che risalgono, addirittura, al Neolitico. L’arte dell’intreccio, pertanto, è antica come il mondo e le produzioni sono vere e proprie opere di artigianato.
Anche in Sicilia, queste particolari capacità dei Cestai (i Panarari) si diffusero sin dall’antichità creando una tradizione millenaria.
Ma che fine ha fatto in Sicilia la produzione di ceste, ancor meglio conosciute, come panari?
I cesti realizzati a mano oggi sono oggetti da collezione che, nel corso del tempo, sono stati pian piano sostituiti da contenitori in plastica.
Pertanto, i panari, sono diventati dei souvenir che raccontano di un mondo ormai perso. Quindi le ceste siciliane, da oggetti di servizio, sono passati ad avere una funzione puramente estetica.
Nonostante tutto, in Sicilia, u Panararu continua ad esistere. Cesti (detti panari) e canestri (detti cannistri) sono realizzati tutt’oggi rigorosamente in giunco, vimini e canna.
Tra i manufatti tipici dell’isola si ricordano le cartedde (canestri di ridotte dimensioni), i cufini (cesti di grandi proporzioni), i fasceddi, i mastreddi, i cannizzi e i cufinedda, tutti creati con l’ausilio di determinati utensili come il coltello e il punteruolo, elementi fondamentali per mantenere vivo il ricordo di questa antica arte.
In un mondo “usa e getta” che tanti danni ha causato, soprattutto di tipo ambientale, i panari e cannistri rappresentano quei “vecchi” oggetti che per essere prodotti hanno bisogno di tempo e maestria e ci riportano ad un periodo dove tutto aveva bisogno di tempo e capacità.
La velocità di esecuzione, parametro così tanto conclamato nella società di oggi, veniva colmato dalla lentezza di esecuzione che rappresentava un vero e proprio valore, al fine di ottenere un prodotto di qualità. Sarebbe interessante riprendere spunto da questi oggetti per rivedere, nell’assieme, uno stile di vita (quello moderno) che ha portato con sé parecchi dubbi.
Per tutto ciò, diciamo: lunga vita a “panari e cannistri” e a chi, tutt’oggi, sa fare con le mani capolavori di questa portata!