Uno dei santi più popolari della Sicilia è indubbiamente San Sebastiano, infatti, tanti sono i corregionali che portano questo nome che si tramanda da generazioni.
Tra le città più popolose, che hanno un forte senso di partecipazione ed una serie di tradizioni connesse con San Sebastiano, troviamo Acireale e Barcellona Pozzo di Gotto.
Vediamo come vivono queste comunità il 20 gennaio, appunto, la giornata in cui la Chiesa Cattolica ricorda San Sebastiano.
San Sebastiano ad Acireale
Il Santo che “nesci nudu e si cogghi ‘u friddu” compatrono della città di Acireale (CT) insieme a Santa Venera, è il messaggero della primavera e, da 450 anni, rappresenta l’espressione di una devozione popolare ancora viva e sentita.
Già alle prime luci mattutine, la piazza antistante la Basilica si popola di devoti ansiosi di correre verso la cappella dove il Santo è rimasto custodito per tutto l’anno. Il lungo anno di privazione, si dissolve in un urlo di incontenibile di gioia alla svelata della statua del Santo chiamato affettuosamente ‘U rizzareddu (il ricciolino) attorniato dai mille luccichii del settecentesco fercolo.
Al grido di …. “cu tuttu ‘u cori: viva Sammastianu!” una quarantina di devoti si tramandano di padre in figlio l’ambito compito di trasportare il baiardo sollevandolo a viva forza ad ogni curva, sovente anche di corsa, lungo un percorso che si snoda per tutta la città. Attorno alla processione, altri devoti vestiti della tradizionale divisa, accompagnano insieme a una moltitudine di semplici fedeli il Santo per tutto il giorno con vertiginose corse, continui scampanii e fuochi d’artificio. A notte inoltrata, la processione si conclude con un suggestivo rientro in basilica.
San Sebastiano a Barcellona Pozzo di Gotto
Il 20 gennaio giorno della festa di San Sebastiano, patrono della città, il centro di Barcellona Pozzo di Gotto (ME) si affolla come non mai nel tratto compreso tra la Piazza Duomo e la Piazza San Sebastiano.
L’origine della Festa di San Sebastiano risale al ‘500 quando, nella contrada denominata Bassalona, venne costruita una grande Chiesa, dedicata al Santo Martire, perché proteggesse la zona dalla peste che stava pesantemente infierendo nella vicina Messina.
Oltre al carattere liturgico, la festa di San Sebastiano ha un suo accento flokloristico, ancora molto evidente. Ogni anno, sin dalla vigilia, la piazza della Basilica, la centrale via Roma e quelle adiacenti, sono invase da una pittoresca moltitudine di bancarelle mentre, l’aria pungente di gennaio, si riempie d’un profumo intenso: è l’odore forte della “Giaurrina”, il caratteristico dolce di San Sebastiano, realizzato, con miele caramellato che viene a lungo sbattuto, mentre è ancora tiepido e malleabile, contro un’asta di legno munita di un gancio.
Dopo la processione, la festa si concentra davanti all’attuale Chiesa Madre e a quel punto, per ogni barcellonese, si completano le festività natalizie che, nella Città del Longano, di fatto si protraggono sino al giorno della festa del santo patrono.
San Sebastiano si festeggia anche in tanti altri centri siciliani più piccoli che presentano, anche loro, dei tratti di devozione e affetto che lascia sorpresi e colmi di gioia!