Una tradizione popolare antichissima ci ricorda il mito di Tifeo (o Tifone), un Gigante che si contrappose a Giove e, una volta scappato in Sicilia, venne inseguito ed imprigionato sotto l’Isola.
Sempre il mito sostiene, infatti, che Tifone sostenga la Sicilia disteso con la testa verso est, i piedi verso ovest e le due braccia tese per reggere l’asse nord-sud. Quindi, Tifone sorregge Messina con la mano destra, Pachino con la sinistra, Trapani con le sue gambe e il cono dell’Etna sta proprio sulla sua bocca. Ogni volta che si infuria, Tifeo fa uscire fuoco e lava dall’Etna e ogni suo tentativo di liberarsi dalla prigionia eterna corrisponde ai movimenti tellurici dell’Isola.
E’ cosi che gli antichi abitanti dell’Isola cercavano di spiegare i soventi fenomeni vulcanici e tellurici che, da sempre, tanta paura, angoscia e terrore hanno determinato alle popolazioni vissute in Sicilia.
Continuando a raccontare la storia del mito, possiamo ancora dire che Tifeo è figlio di Tartaro, incarnazione degli Inferi e di Gea, la Madre Terra. Dal giorno della sua nascita, il mostruoso gigante è stato destinato ad una lotta selvaggia contro Zeus. In una delle tante e selvagge battaglie, proprio mentre Tifeo assaporava la vittoria sul ‘più grande degli dei’, questi fece un errore madornale e, cioè, quello di cibarsi di vivande per umani. Essendo lui di origine divina, cominciò a perdere le forze e a quel punto, Zeus lo ritrovò e gli assegnò una pesante lezione imprigionandolo sotto la Sicilia.
Questa storia così particolare, fu intesa vera nella tradizione popolare siciliana sino al MedioEvo e, ad ogni eruzione o scossa di terremoto, era comune dire che Tifeo si fosse risvegliato dal suo sonno.
A noi uomini moderni e scientificamente evoluti ci sembra una storia strana ma chissà…. magari è vero !!!